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Dr. Paolo Parma

Service

Dal novembre 2023 la SC di Urologia Asst di Mantova dispone del sistema robotico  XI Da Vinci.

 

Questo  dispositivo è  in grado di effettuare interventi con risultati equivalenti o superiori rispetto a quelli ottenibili con la chirurgia tradizionale.  Il chirurgo gestisce il sistema attraverso una consolle computerizzata che si trova all’interno della sala operatoria e il sistema trasferisce il movimento delle sue mani a strumenti miniaturizzati con una più facile articolazione e rotazione degli strumenti.

I benefici si avvertono soprattutto negli interventi più complessi in zone di difficile approccio. La visione tridimensionale full HD, con ingrandimento fino a 10 volte, assicura chiarezza e precisione dei dettagli anatomici. Diversi i campi di applicazione della chirurgia robotica:  ma la posizione preminente e incontestabile è rappresentata dalla chirurgia urologica e della pelvi, dove viene considerata in tutto il mondo gold standard.

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​In particolare la prostatectomia Radicale Robotic Assisted (RARP) permette di migliorare i risultati oncologici e funzionali rispetto alla chirurgia a cielo aperto o laparoscopica.

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L’intervento di prostatectomia Radicale Robotic Assisted (RARP) viene eseguito in anestesia generale; nei casi standard non è richiesta una preparazione all’intervento, se non la sospensione di alcuni farmaci ed  il digiuno dalla mezzanotte del giorno precedente.

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L’operazione inizia praticando 6 piccoli fori, del diametro massimo di 1 centimetro nell’addome del paziente. Attraverso tali fori sono inserite delle cannule che mettono in comunicazione l’addome con l’esterno. Queste cannule permettono innanzitutto di riempire l’addome di un gas, l’anidride carbonica, con la quale si crea uno spazio interno per poter svolgere l’operazione; in secondo luogo le cannule permettono di introdurre nell’addome una telecamera che vede l’interno e gli strumenti per l’operazione (pinze, forbici, ecc). Alle cannule viene agganciato il robot chirurgico. Il robot non esegue nessuna manovra in autonomia: infatti una volta agganciato alle cannule inserite nell’addome, ogni qualsiasi movimento degli strumenti è controllato dai chirurghi. Un primo chirurgo, che dirige l’intervento, si posiziona ad una postazione vicina al paziente e, seduto, guarda in un visore che mostra l’interno dell’addome e tramite delle manopole muove le braccia robotiche a cui sono agganciati gli strumenti, ripetendo i movimenti delle mani. Un secondo chirurgo è accanto al paziente al tavolo operatorio e aiuta il primo chirurgo oltre che controllare direttamente le azioni del robot. Vi sarà poi un’infermiera che con i chirurghi allestisce la sala operatoria, gestisce gli strumenti, i fili delle suture, le garze, eccetera.

PROSTATECTOMIA RADICALE ROBOTICA (RARP)

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L’intervento di RARP rimuove interamente la prostata e le vescicole seminali; nei casi in cui il calcolo statistico del nomogramma indichi un probabilità di coinvolgimento dei linfonodi superiore al 7%   è necessario anche rimuovere i linfonodi iliaco otturatori.

Intervento chirurgico RARP

Dopo la rimozione della prostata, la vescica e l’uretra - cioè le parti della via urinaria che sono distaccate per poter rimuovere la prostata - vengono riunite con una sutura.

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Generalmente alla fine dell’intervento si posiziona un tubo di drenaggio nell’addome; sempre si lascia un catetere vescicale per 6 giorni che esce dal pene.

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Il primo giorno dopo l’intervento si riprende un’alimentazione libera, ci si alza dal letto e si rimuove il drenaggio, mentre il catetere viene tolto dopo a 6 giorni. A partire da 3 giorni dopo l’intervento è possibile tornare a casa, eventualmente con il catetere. L’unica terapia specifica praticata dopo l’operazione è l’eparina iniettate nella spalla per circa 20 giorni per prevenire le trombosi. Il ritorno alle attività che comportino sforzi fisici leggeri o   moderati (come il lavoro d’ufficio o i viaggi) è possibile in genere dopo due settimane dall’intervento. Dopo l’operazione non ci sarà più l’emissione dello sperma.

 

 

Vi sono poi alcune conseguenze ed effetti indesiderati dell’operazione che sono più frequenti ed a volte prevedibili:

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1) l’incontinenza urinaria, cioè la perdita involontaria di urina: è frequente nelle prime settimane, ma tende a risolversi, spontaneamente o con l’aiuto della ginnastica consigliata dal fisioterapista. Si stima che dopo 6 mesi dall’operazione abbiano perdite circa 5-10  pazienti ogni 100. Ad un anno le percentuali scendono a 2-5 pazienti su 100. Nei casi più gravi servono interventi chirurgici specifici per risolvere l’incontinenza.

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2) l’impotenza, cioè l’incapacità ad avere un’erezione sufficiente per il rapporto. Questo evento dipende dalla possibilità di fare un intervento che salvaguardi i nervi che danno l’erezione (“nerve-sparing”) senza rischiare di lasciare cellule tumorali nel paziente. Si stima che nei casi in cui il risparmio di questi nervi è ottimale ci sia un’erezione nel 80% dei casi. Il tempo necessario perchè l’erezione ritorni è variabile e può arrivare fino a 2 anni; per accelerare il recupero in molti pazienti si consiglia dopo l’intervento una terapia con farmaci specifici.

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Le percentuali di continenza a 3 e 6 mesi raggiungono l’ 80 e 90 %, per arrivare al 96% a 12 mesi.

La potenza sessuale con la tecnica nerve spring raggiunge l’80 % a 12 mesi con o senza ausilio di farmaci per os.

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Esistono infine rischi specifici dell’intervento di RALP in pazienti con altre particolari patologie, come i rischi di complicanze oculari nei pazienti con glaucoma grave, i rischi di complicazioni respiratori nei pazienti con broncopneumopatia ostruttiva, i rischi cardiaci nei pazienti con gravi patologie del cuore, i rischi neurologici nei pazienti con malformazioni artero-venose cerebrali. In questi casi molto particolari potrebbe essere preferibile ancora l’intervento a cielo aperto o laparoscopico. 

TUMORECTOMIA/ NEFRECTOMIA PARZIALE ROBOTICA  RAPN

L'intervento di Tumorectomia  ha lo scopo di asportare la neoformazione presente nel rene. Avverrà per via laparoscopica assistita dal robot.

 

L'intervento consiste nell'asportazione del tumore e di parte di parenchima renale sano circostante, attraverso 4 o 5 fori in regione  addominale o lombare ( a seconda che si scelga la via addominale anteriore o la via retroperitoneale posteriore)  in cui vengono inseriti gli strumenti  necessari per eseguire l’intervento stesso.

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L’operazione inizia praticando 4 o 5 piccoli fori, del diametro massimo di 1 centimetro nell’addome del paziente. Attraverso tali fori sono inserite delle cannule che mettono in comunicazione l’addome con l’esterno. Queste cannule permettono innanzitutto di riempire l’addome di un gas, l’anidride carbonica, con la quale si crea uno spazio interno per poter svolgere l’operazione; in secondo luogo le cannule permettono di introdurre nell’addome una telecamera che vede l’interno e gli strumenti per l’operazione (pinze, forbici, ecc). Alle cannule viene agganciato il robot chirurgico. Il modello disponibile presso il nostro ospedale è il robot chirurgico più diffuso (Da Vinci Xi), con alcune migliaia di macchine installate nel mondo, di cui circa 100 in Italia. Il robot non esegue nessuna manovra in autonomia: infatti una volta agganciato alle cannule inserite nell’addome, ogni qualsiasi movimento degli strumenti è controllato dai chirurghi. Un primo chirurgo, che dirige l’intervento, si posiziona ad una postazione vicina al paziente e, seduto, guarda in un visore che mostra l’interno dell’addome e tramite  delle manopole muove le braccia robotiche a cui sono agganciati gli strumenti, ripetendo i movimenti delle mani. Un secondo chirurgo è accanto al paziente al tavolo operatorio e aiuta il primo chirurgo oltre che controllare direttamente le azioni del robot. Vi sarà poi un’infermiera che con i chirurghi allestisce la sala operatoria, gestisce gli strumenti, i fili delle suture, le garze, eccetera.

Una volta introdotti gli strumenti viene isolato il rene con la sua capsula adoposa circostante e vengono isolate la arteria e la vena renale.

Successivamente viene identificata e demarcata la lesione renale riscontrata alla Tc addome.

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Si chiude quindi temporaneamente ( alcuni minuti) la arteria renale (ischemia calda ) con un ferro chirurgico chiamato buldog e si procede con la enucleazione o enucleoresezione della neoformazione renale con le forbici robotiche .

Nei casi piu’ semplici si può evitare di chiudere la arteria renale

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Una volta asportata la lesione , il pezzo operatorio viene posizionato un un piccolo sacchetto che verrà estratto da una delle incisioni cutanee. La neoformazione  verrà inviata per esame istologico .

Una volta asportata la neoformazione il parenchima renale inciso viene suturato mediante fili fermati con clips. Questo permette di chiudere i vasi sanguinanti del parenchima renale

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Decorso post operatorio

Il tipo di anestesia sarà generale. La durata dell’intervento va da 1 a 3 ore a seconda della sede e volume della neoformazione renale che rendono più o meno complicato l’intervento.

 

Negli interventi di chirurgia parziale di rene  c'è sempre il rischio di dover comunque ricorrere all'asportazione del rene interessato dal tumore ( nefrectomia radicale).

 

Nel post operatorio porterà un catetere vescicale per 24 ore  circa, mentre il drenaggio le verrà rimosso in 2° o 3° giornata salvo complicanze. La degenza post-operatoria è di 3-4 giorni salvo complicanze. Dal mattino successivo all'intervento ci si alza e ci si alimenta.

Dopo la dimissione dovrà osservare un periodo di  riposo di 7 gg .

I punti per chiudere le incisioni sono riassorbibili e non vanno quindi rimossi.

Dopo 10 giorni viene effettuata una visita di controllo e viene consegnato l’esito dell’esame istologico

PLASTICA  ROBOT ASSISTED  DEL GIUNTO PIELO URETERALE PER STENOSI DEL GIUNTO

 

 

 

L’ intervento di plastica del giunto pielo ureterale è indicato per correggere la stenosi del giunto pielo ureterale.

                                                                                 

STENOSI (restringimento) è una  patologia della giunzione pielo – ureterale, cioè del tratto di uretere situato al passaggio tra le cavità renali (bacinetto renale) e l’uretere stesso.

Tale patologia può essere dovuta ad una anomalia congenita della giunzione in cui la parete dell’uretere non si adegua, espandendosi, al passaggio dell’urina o alla presenza di un vaso sanguigno anomalo (cioè che di regola non dovrebbe trovarsi in tale sede) sopra il quale l’uretere passa “a ponte” restringendosi.

Il risultato di tale anomalia è la difficoltà del bacinetto renale nel suo svuotamento e nello scarico urinoso in uretere con conseguente dilatazione del bacinetto (IDRONEFROSI) e sofferenza renale di vario grado (colica, calcolosi, infezione) fino alla perdita parziale o completa della funzione del rene.

 

L’INTERVENTO

 

L'intervento consiste nell'asportazione del tratto di via escretrice ristretto e nella sua ricostruzione con allargamento, il paziente viene posizionato in decubito laterale in anestesia generale.

 

L’operazione inizia praticando 4 o 5 piccoli fori, del diametro massimo di 1 centimetro nell’addome del paziente. Attraverso tali fori sono inserite delle cannule che mettono in comunicazione l’addome con l’esterno. Queste cannule permettono innanzitutto di riempire l’addome di un gas, l’anidride carbonica, con la quale si crea uno spazio interno per poter svolgere l’operazione; in secondo luogo le cannule permettono di introdurre nell’addome una telecamera che vede l’interno e gli strumenti per l’operazione (pinze, forbici, ecc). Alle cannule viene agganciato il robot chirurgico. Il modello disponibile presso il nostro ospedale è il robot chirurgico più diffuso (Da Vinci Xi), con alcune migliaia di macchine installate nel mondo, di cui circa 100 in Italia. Il robot non esegue nessuna manovra in autonomia: infatti una volta agganciato alle cannule inserite nell’addome, ogni qualsiasi movimento degli strumenti è controllato dai chirurghi. Un primo chirurgo, che dirige l’intervento, si posiziona ad una postazione vicina al paziente e, seduto, guarda in un visore che mostra l’interno dell’addome e tramite  delle manopole muove le braccia robotiche a cui sono agganciati gli strumenti, ripetendo i movimenti delle mani. Un secondo chirurgo è accanto al paziente al tavolo operatorio e aiuta il primo chirurgo oltre che controllare direttamente le azioni del robot. Vi sarà poi un’infermiera che con i chirurghi allestisce la sala operatoria, gestisce gli strumenti, i fili delle suture, le garze, eccetera.

 

 

Fig 1.

 

 

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Il tipo di anestesia sarà generale.

 

Si procede quindi ad isolare il giunto pielo ureterale e si seziona il tratto stretto ( stenotico ) 

Fig 2. A, B

A questo punto si esegue la nuova giunzione tra uretere e pelvi renale con 2 suture una anteriore ed una posteriore .

Fig. 2 C

Al termine della sutura verrà posizionato un catetere ureterale ed un catetere vescicale ed 1 drenaggio.

DECORSO POST OPERATORIO

Il giorno dopo l’intervento il paziente si può alzare ed alimentarsi.

Viene tolto il drenaggio intra addominale

 

Il terzo giorno viene tolto il catetere vescicale

 

Il  catetere ureterale viene rimosso ambulatorialmente 20 giorni dopo l’intervento.

 

Dopo la dimissione dovrà osservare un periodo di riposo di 10 gg e comunque sino alla visita di controllo che le verrà fissata.

COMPLICANZE POSSIBILI

Tutte quelle legate a qualsiasi intervento (febbre, ematomi o ernie di parete), o complicanze specifiche come spandimenti urinosi (raccolte interne di urina attorno al rene o fistole), il fallimento (cioè la ricomparsa parziale o totale a distanza di tempo di una idronefrosi).

Contatti

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Il Dr. Paolo Parma opera presso l'ospedale Carlo Poma di Mantova nel quale riceve anche come libero professionista su appuntamento.
Visite specialistiche e consulti sono dunque possibili presso l'Ambulatorio dell'Ospedale Carlo Poma Mantova, segreteria di Urologia al 1° piano blocco C dell'ospedale.

Ospedale Carlo Poma Mantova 2° piano Blocco C segreteria di Urologia.  tel 0376201715

  • Studio medico presso Centro di Medicina -sede di Mantova via Torelli 16. Tel 0376355141

  • Presso Studio Medico Polispecialistico Portale Valsecchi 0376 355141

  • Studio medico presso Centro Comete Casalmaggiore (Cremona)  via Don Paolo Antonni 12 ,  tel 037542380

Lunedi al venerdi : 8am to 5pm

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E-mail: paolo.parma@asst-mantova.it 
Segreteria: 0376201635

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